Istanbul è una città unica al mondo, sospesa tra occidente e oriente, tra Cristianesimo ed Islam, tra vecchio e nuovo. Una città dei contrasti dove il caos di una medina araba convive con i locali alla moda affollati da europei, il labirinto del Gran Bazar sfida le ordinate vie dello shopping occidentali, il canto dei muezzin contrasta i passi silenziosi dentro le moschee, la donna velata passeggia accanto alla ragazzina in minigonna.
Istanbul è il profumo delle spezie del Bazar Egiziano e dello sgombro cucinato dalle imbarcazioni vicino al ponte di Galata.
E’ il blu delle sue ceramiche, del rosso intenso delle sue bandiere e dei colori variegati delle sue spezie.
Una città che non è facile capire, che spesso si può criticare ma che è difficile non amare.
Scopriamo insieme cosa offre Istanbul, passando dai più conosciuti simboli della città situati nella parte europea e arrivando nei quartieri sulla sponda asiatica, meno battuta dal turismo di massa ma altrettanto accattivante.
La grande Moschea Blu
Inizia la tua avventura alla scoperta di Istanbul, dal cuore vibrante dell’Istanbul – la piazza Sultanahmet.
Ti troverai davanti l’imponente Moschea Blu (Sultanahmet Camii) che ti lascerà senza fiato.
È una delle più importanti Moschee della città e tra le più belle del Mondo e attira milioni di visitatori tutti gli anni.
La Moschea Blu è l’unica al mondo a vantare 6 minareti, solitamente non ne hanno più di quattro: solo la Moschea della Mecca ne ha di più, sette. Stando però alla tradizione i minareti non dovevano essere così tanti, fu l’architetto che si sbagliò in quanto capì male l’indicazione del Sultano. Ahmed I per rendere grandiosa la ‘sua’ Moschea chiese che i minareti fossero ‘altin’ che significa in oro in turco, ma l’architetto capì ‘alti’ che significa sei in turco.
Forse questa storia è nata per giustificare il sultano e placare le ire di quanti vedevano in quei 6 minareti una sfida sacrilega alla Mecca. Tanto che ai tempi la Moschea della Mecca ne aveva proprio 6 di minareti. Per dirimere la questione alla Moschea della Mecca fu fatto costruire un minareto in più.
Cupole celestiali, decorazioni con oltre 21 mila piastrelle di ceramica turchese, lanterne dorate e il silenzio dei fedeli in preghiera: un’atmosfera unica a cui non potrai resistere.
Basilica di Hagia Sophia
Luogo straordinario in cui convivono simboli cristiani e islamici, Hagia Sophia è un libro di storia bizantina attraverso l’oro dei suoi mosaici, che ben convivono con i possenti medaglioni circolari e con gli spettacolari lampadari di matrice ottomana.
Edificio simbolo di Istanbul, progettato dall’imperatore Giustiniano come chiesa da dedicare a Sophia, la sapienza di Dio, e successivamente divenuto una moschea, la basilica Hagia Sophia oggi è il museo più importante di Istanbul e quindi tappa d’obbligo per chi vuole esplorare la città.
Il palazzo ottomano Topkapi
Da non perdere una visita al Topkapi, il palazzo che fu la residenza dei sultani durante l’Impero Ottomano, affacciato sul Bosforo. Stanze decorate con affreschi e stucchi da mille e una notte.
Sempre al Topkapi è conservata una collezione di gioielli dei sultani, tra cui il famoso diamante del fabbricante di cucchiai, uno dei più grandi al mondo, più di 50 carati. Il nome ha una curiosa origine: il gioiello fu trovato su un cumulo di immondizie e, con l’idea che fosse un falso, fu barattato per tre cucchiai! Non è possibile fotografarlo, ma l’immagine del luccichio delle sue numerose sfaccettature resta impresso nella mente.
Il Gran Bazaar
Perdersi tra le vie del Grand Bazaar è sicuramente un’esperienza da non perdere a Istanbul.
Ti stupirai davanti alle vetrine piene di gioielli in oro e pietre preziose, ai colori delle lanterne appese nei negozi, ai profumi delle spezie e all’entusiasmo dei commercianti che faranno di tutto per convincerti di fare acquisti nei loro shop.
Qui si vende la qualunque: dalle borse alle scarpe, dalle spezie tipiche alla miriade di collane, orologi, tazzine dai mille colori. E poi ancora tappeti, varietà di the, aggeggini elettronici, maglie, pantaloni alla turca.
La particolarità è che non esistono prezzi fissi. Ebbene sì, hai capito bene! Per comprare al Gran Bazar bisogna semplicemente “trattare”. Per cui armati di pazienza (tantissima) ed inizia anche tu a mercanteggiare.
Credimi che non ne uscirai a mani vuoti! I venditori sono esperti nell’arte del persuadere e del marketing.
Kadikoy, il quartiere trendy di Istanbul
Sulla sponda asiatica di Istanbul, il quartiere di Kadikoy è l’esempio di autenticità e quotidianità turca con un tocco trendy, tra caffè e locali deliziosi.
Passeggiando per le vie del quartiere, mi sono sentita subito a mio agio. Sarà stata l’atmosfera rilassata, i musicisti di strada, i negozietti con vetrine addobbate, i locali dove assaggiare dei pasticcini o sorseggiare un caffè, i sorrisi della gente del posto, la gentilezza che caratterizza gli abitanti.
È anche il posto perfetto per fare qualche acquisto locale. C’è un mercato dove si può comprare di tutto: spezie, thè, frutta secca, lokum e altri dolciumi a prezzi onesti e senza rincari turistici.
Kuzguncuk, il quartiere bohemienne
Un vecchio sobborgo di pescatori che affaccia direttamente sul Bosforo, oggi è diventato il quartiere più bohemienne dell’Istanbul. Costituito nel 1500 dagli ebrei, il quartiere ha ospitato durante i secoli armeni, greco-ortodossi e musulmani.
Oggi il quartiere ospita giovani intellettuali, i blogger e i designer più in vista di tutta Istanbul. Tra le sue viuzze strette e le case colorate in legno si respira un’aria rilassata e tranquilla.
Kuzguncuk é l’esempio reale della convivenza tra persone appartenenti a culture e religioni diverse. Una convivenza risalente al periodo dell’Impero Ottomano e che storicamente ha avuto i suoi alti e bassi e che nonostante tutto continua a sopravvivere ancora oggi.
In questo quartiere é possibile ammirare la Chiesa armena di San Gregorio confinante ad una Moschea (Kuzguncuk camii). Credo sia l’unico caso al mondo dove é possibile vedere una cosa del genere. A pochi metri abbiamo la Chiesa greco-ortodossa di San Giorgio.
Uskudar, il quartiere tradizionalista
Uskudar è una dei quartieri più conservatori di Istanbul. Le tradizioni sono ben radicate e le donne sono coperte da foulard colorati o addirittura completamente ricoperte dal velo integrale.
Costeggiando il lungomare si può arrivare fino a Salacack dove su un isolotto sorge la Torre di Leandro, il simbolo di Istanbul.
La Torre fu inizialmente costruita dai persiani per controllare i traffici sul Bosforo ed è stata poi convertita in fortezza sotto l’imperatore bizantino Alessio I e poi usata per lo più come faro. Oggi al suo interno c’è un ristorante. Alla Torre di Leandro è legata una leggenda, tant’è che è conosciuta anche come “La Torre della fanciulla”. Si narra che tanto tempo fa un re fece costruire la torre su un isolotto staccato dal mare per preservare la sua unica figlia da un infausto destino. Un oracolo predisse alla principessa che sarebbe morta all’età di 18 anni morsa da un serpente. Il re fece costruire la torre in cui relegò la figlia, il giorno del suo diciottesimo compleanno le regalò un cesto di frutta esotica, ma tra i frutti c’ era nascosto un serpente che morse la principessa e morì tra le braccia del padre disperato.
Tornando verso il molo dei traghetti si può fare una visita alla moschea di ŞemşiPaşa, la più piccola moschea di tutta Istanbul costruita dal genio di Mimar Sinar, e dirigersi poi verso quella di Mihrimah, la moschea del buio (o della Luna).
Proseguire il giro tra le stradine del mercato di Uskudar, gustarsi un cay o un caffè in uno dei tanti locali lì intorno.
Istanbul conquista, seduce, ammala ed ispira con i suoi profumi, colori, sapori e la sua frenesia.
Ti ho incuriosito, vero? Hai già inserito questa città tra i tuoi prossimi viaggi da fare? Non ti resta che contattarmi!
Alla prossima avventura!