Sicuramente tutti avete sentito parlare del famoso Anticiclone delle Azzorre, ma pochi, anzi pochissimi sanno dove si trovano queste isole, vero? Questo è infatti quello che mi è successo quando ho deciso di organizzare il mio tour alla scoperta delle splendide Azzorre, quando infatti raccontavo ad amici e parenti del mio viaggio nessuno, o quasi, sapeva collocare geograficamente questo arcipelago. Ebbene si, è un arcipelago composto da nove bellissime isole di origine vulcanica, situato nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico e si tratta di una regione autonoma del Portogallo. Si trovano di fatto a metà strada tra l’Italia e il Nord America, sono infatti molti gli abitanti delle isole ad essere emigrati verso il Canada e gli USA negli ultimi cinquant’anni.
Una volta aver capito quindi dove si trovano esattamente sul mappamondo, è importante capire come arrivarci. Non ci sono voli diretti dall’Italia, tuttavia sono numerosi i collegamenti via Lisbona o Porto. Io ho scelto di volare con la compagnia di bandiera TAP Air Portugal via Lisbona su Ponta Delgada, capoluogo dell’isola principale di São Miguel. Il volo per Lisbona dura circa 3 ore e ne occorrono almeno altre 2 e mezzo per raggiungere le Azzorre, ma a nostro vantaggio abbiamo il fuso orario di due ore in meno rispetto all’Italia!
Prima di partire per qualsiasi viaggio si hanno delle aspettative e devo ammettere che quello che ho visto e vissuto durante è stato ben oltre a quello che mi ero immaginata! Appena atterrata, ho avuto subito l’impressione di trovarmi in un luogo d’altri tempi, incantato, incontaminato e selvaggio.
Lo sapete che ci sono più mucche che abitanti? Ecco, la prima cosa che ho notato è che ovunque andassi ero circondata da ampi pascoli super curati e da mucche, infatti per loro le ore di punta non sono caratterizzate dal traffico automobilistico ma bensì da quelle del pascolo! Non a caso, le Azzorre sono conosciute per l’ottima carne e per gli squisiti formaggi e la prima attività dell’isola non è la pesca, come verrebbe spontaneo pensare, ma l’allevamento di mucche da latte. Nell’isola di São Miguel, vi è infatti un enorme stabilimento della Nestlè e sono rimasta sorpresa da quanti carrettini ho visto in giro, ancora trainati dagli asini, con i bidoni di alluminio per il latte. Per me le Azzorre sono rimaste una piacevole scoperta e sicuramente ho voglia di scoprire le altre 7 isole, vi ho incuriosito abbastanza? Partiamo insieme?
São Miguel: Isola Verde
La prima isola che ho quindi visitato è São Miguel, oltre ad essere la più grande è anche la più popolata. Ho soggiornato nella capitale, Ponte Delgada. Non dovete immaginarvi una grande metropoli, anzi una piccola e vivace cittadina dove vive la maggior parte della popolazione e dove si svolgono le principali attività commerciali. Ho visitato le sue bellezze architettoniche su un grazioso tuk tuk guidato da un simpatico ragazzo del posto che parlava anche un po’ italiano. In realtà, la cittadina si può visitare tranquillamente a piedi, ma il tuk tuk è senz’altro un valido mezzo alternativo.
São Miguel mantiene ancora quel fascino unico di un tempo, quando la vita trascorreva serenamente e senza fretta. È soprannominata anche “Isola Verde” e attraversandola ho capito subito il perché. I colori che la predominano sono infatti il verde e il blu, non ho mai visto così tante distese lussureggianti e così tanti laghi pittoreschi. Non a caso, le Azzorre sono una meta ideale per chi ama fare trekking! Una delle tappe da non perdere è senza dubbio Lagoa das Sete Cidades, ovvero due splendidi laghi, il Lago Verde e il Lago Blu, collegati tra loro tramite un ponte. Potrei paragonare la mia emozione nel vedere Lagoa das Sete Cidades con l’emozione di vedere il mare per la prima volta. Anche dopo aver visto centinaia di foto di questi laghi mentre preparavo il mio viaggio mi chiedevo: è davvero così bello? E si, dal vivo è ancora più bello! Conoscete la legenda che c’è dietro questi laghi? È una storia d’amore (e qui il mio lato romantico emerge!). Si narra che una bella giovane principessa dagli occhi azzurri che viveva in un grande regno, proprio dove oggi si trova il villaggio di Sete Cidades. un giorno, passeggiando, incontrò un bel pastore dagli occhi verdi e i due incominciarono a parlare. Da quel giorno in poi, ogni giorno la principessa era alla ricerca del pastore nello stesso posto, ovviamente, si innamorarono e si promisero amore eterno. Tuttavia, quando il Re lo scoprì, le proibì di vederlo, la principessa accettò questa crudele decisione ma persuase il padre a farglielo incontrare ancora una volta, l’ultima volta, per potergli dire addio. I due si incontrarono e mentre parlavano, piangevano. Le lacrime versate dalla principessa dagli occhi azzurri scorrevano lungo la valle e formavano un lago blu. Le lacrime versate invece dal pastore dagli occhi verdi formavano un lago verde. Così se fossero stati separati, almeno i laghi sarebbero rimasti insieme per sempre!
Romanticismo a parte, per chi vuole alternare il trekking e per chi è un po’ pigro come me, consiglio di fare un tour dell’isola anche in jeep per ammirarla in tutto il suo splendore: vulcani spenti e attivi, coni e crateri, laghi vulcanici, grotte e cascate. A proposito di vulcani, una tappa obbligatoria è la cittadina di Furnas e questa zona è conosciuta soprattutto per la sua attività vulcanica. La città, infatti, è un importante centro termale grazie alla presenza di acque ricche di minerali e geotermiche. Ho avuto la fortuna di soggiornare all’ “O Terra Nostra Garden Hotel”, un bell’albergo in posizione invidiabile, essendo inserito all’interno del Parco botanico di Furnas, un’oasi di rara bellezza. All’interno c’è anche la possibilità di fare un bagno in un laghetto artificiale caratterizzato dall’acqua di colore giallo a causa dell’alta concentrazione di minerali (vi consiglio però di indossare un vecchio costume, perché il mio è rimasto di color giallo!).
C’è poi un’usanza gastronomica in questa città inusuale e bizzarra: la tradizione vuole che gli abitanti preparino, in occasione di pranzi domenicali o per le grandi feste, il loro piatto tradizionale che si chiama “cozido”, una sorta di spezzatino di carne e verdure, cotto all’interno dei vulcani! Ogni famiglia può portare un grande pentolone con tutti gli ingredienti e lasciarlo cucinare per ore in maniera naturale proprio all’interno di soffioni sulfurei. Siete anche voi curiosi di assaggiarlo?
Uno dei motivi che mi ha spinto a visitare le Azzorre è sicuramente l’avvistamento delle balene e dei delfini! Quindi una volta bardati di giubbino salvagente, si parte alla ricerca, occhi puntati sull’oceano, i delfini sono tantissimi ma le balene si fanno desiderare, quando ad un certo punto, un capodoglio esce col muso dall’acqua a pochi metri da noi. Pochi secondi e poi sparisce. Un’emozione indescrivibile!
Inoltre, sapete che le Azzorre sono il primo ed unico produttore di tè in Europa (detto cha in portoghese)? Sono andata a visitare la fabbrica “La Gorreana”, dove ho potuto vederne la lavorazione e dove ho potuto assaggiare i vari tipi di tè. Tornando verso Ponta Delgada, sono andata a visitare anche una serra dove coltivano l’ananas e ho avuto la brillante idea di comprarne una “acerba” da portare poi a casa, peccato che poi in Italia sia arrivata un po’ troppo matura (quindi non fate come me, gustatevela sul posto direttamente!).
Terceira: Isola Lilla
Siamo pronti per partire alla volta di Terceira, soprannominata “Isola Lilla” per le sue suggestive distese di glicini che la ricoprono. Tenete presente che le nove isole sono collegate tra loro da voli interni gestiti esclusivamente dalla Azores Airlines, nota anche come SATA.
Terceira è la terza isola più grande e qui è assolutamente da visitare il suo capoluogo, Angra do Heroismo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco! Da non perdere la vista dal Monte Brasil, chiamato così per la sua somiglianza al più famoso “Pan di Zucchero”.
Di quest’isola ho due indimenticabili ricordi, visto che ho vissuto due esperienze uniche nella mia vita. Ricordate che prima vi ho detto che sono un po’ pigra? Ecco, appunto! Eppure, qui ho provato per la prima volta a fare canyoning (per chi non conoscesse questa pratica, si tratta di un’attività sportiva outdoor che alterna camminata, scivolate su roccia, tuffi e calate con funi). Mi sono divertita come una bambina! È stata un’esperienza incredibile, divertente che mi ha permesso di fare amicizia anche con gli altri partecipanti!
L’altra esperienza unica è stata quella di entrare dentro a un vero e proprio cratere! Si, avete capito bene! Grazie a un tunnel costruito artificialmente, sono entrata dentro le viscere del vulcano, nelle grotte di Algar do Carvão, dove sono rimasta abbagliata dalla straordinaria vegetazione che vi si nasconde all’interno! Tornando verso Praia, ho fatto una sosta a Biscoitos, un caratteristico luogo in riva al mare con formazioni laviche curiose (da qui il nome) e tra cui si sono formate delle piscine naturali, dove è possibile fare il bagno, ma il clima non me lo ha permesso. Infatti, è importante sapere che le Azzorre hanno un clima mite tutto l’anno ma molto variabile, quindi essendoci stata a novembre mi sono dovuta vestire a cipolla e avevo sempre con me un impermeabile, perché il sole si alternava a rapidi acquazzoni.