Ci sono dei viaggi che ti rimangono dentro. Luoghi dove si può sentire un richiamo primordiale. L’oceano, il vento, la Natura nella sua forma più selvaggia.
Gente di mare, ma anche di campagna…gente forte, a volte dura, legata alle tradizioni ma anche al richiamo dell’ignoto. Popolo di naviganti che hanno solcato mari impetuosi, con le rughe lasciate dal sole e dal vento che sferza la faccia. Solo i fari ad illuminare la notte buia e il coraggio a sospingere le vele. Ecco cosa mi ha guidato qui, la scorsa estate, da sola, macinando oltre 4500 km con la mia piccola Mito.
La Bretagna lascia emozioni indescrivibili, che restano nella memoria a lungo. Un senso di libertà che difficilmente si può raccontare, ma solo vivere…tuttavia ci proverò ?!
Si tratta di una regione dalla forte identità culturale e ricca di leggende e tradizioni di stampo celtico: strane creature marine, bizzarri esseri delle foreste e miti arcaici popolano i racconti di questa terra, insieme a Re Artù, Mago Merlino e la Fata Morgana.
Si, perché la storia di questa terra si lega alla storia della Gran Bretagna, dei celti e dei loro riti pagani.
Qui troviamo distese di menhir e dolmen, come quelli di Carnac, nella campagna bretone, dove si trova un’altissima concentrazione di resti megalitici ancora misteriosi: saranno stati tumuli? Luoghi di culto? O cos’altro ancora?
Spostandoci in città, Vannes è stata la prima ad accogliermi con il suo porticciolo, il suo quartiere medievale con i bastioni, le sue case a graticcio e un meraviglioso giardino fiorito oltre le mura.
Da qui mi sono spostata ad Auray, piccolissima cittadina dal caratteristico piccolo porto e ho risalito la costa fino ad arrivare prima a Lorient, dove ogni anno ad Agosto si svolge un importantissimo festival interceltico, a Quimper con la sua bella cattedrale, e poi alla indescrivibile Pointe du Raz, uno dei punti più spettacolari della regione.
Sarei rimasta lì tutto il giorno a guardare l’oceano, gli enormi scogli che spuntavano dall’acqua e a cercare i delfini che a volte facevano capolino all’orizzonte, magari continuando il sentiero a piedi fino a raggiungere l’altro punto spettacolare, la Pointe du Van, dal lato opposto sulla Baie des Trépassés, amata dai surfisti…ma troppe erano le bellezze da vedere e allora continuai sul mio percorso, ripromettendomi di tornarci quanto prima!
Visitai il borgo medievale di Locronan, dove il suono di un’arpa melodiosa pizzicata da un’artista di strada, risuonava nella piccola e antica piazzetta e poi continuai verso Brest, con una breve sosta nel Parco Naturale Regionale d’Armorique a Crozon tra felci, eriche e mare caraibico.
Mi sospinsi a nord percorrendo parte della Route des Phares e in particolar modo visitando il sito del faro di St. Mathieu, con i resti dell’antica abbazia che lo rendono un luogo davvero scenografico e misterioso.
Su molti fari è possibile salire in Bretagna, personalmente sono salita su quello di Cap Fréhel da dove si domina un paesaggio davvero unico, tra coste frastagliate e brughiera, fino a scorgere Forte la Latte, forte unito al faro da un sentiero costiero a strapiombo che è parte del famoso “sentiero dei doganieri” (o Gr34), chiamato così perché al tempo i doganieri lo percorrevano almeno una volta al giorno per sorvegliare il mare e impedire qualsiasi forma di contrabbando.
Questo incredibile percorso a piedi fa il giro della costa bretone, da Mont-Saint-Michel al porto di Saint-Nazaire: 1300 chilometri attraversando i paesaggi più incantevoli di tutta la Bretagna, tra scogliere rocciose, coste selvagge, dune, spiagge, calette, sempre con l’oceano sullo sfondo.
La parte più spettacolare si trova sulla “Costa di granito rosa” dove vi attendono sagome fantasiose di rocce levigate di un bellissimo rosa ramato, che si accendono con i colori del tramonto tra Perros Guirec e Ploumanac’h, fino a raggiungere il caratteristico faro di Mean Ruz (“pietra rossa” in bretone), emblema di questo tratto di costa.
E poi quello che più mi aveva affascinato anni fa, quando per la prima volta arrivai in Bretagna, furono le maree!
Il paesaggio cambia due volte al giorno in brevissimo tempo, per effetto dell’attrazione della luna e svela distese di sabbia, scogli, spugne, alghe, molluschi, ricci di mare altrimenti sommersi dalle acque.
Bisogna fare molta attenzione quando si cammina sulla sabbia bagnata perché di lì a poco il mare potrebbe riprendersi tutto abbastanza rapidamente. Durante la bassa marea, lungo le spiagge e sugli scogli molte persone camminano praticamente in mezzo a quello che poco prima era il mare e molti, tra cui bambini, si mettono a caccia di vongole e granchi. Non a caso il “plateau de fruits de mer” è uno dei piatti principali della gastronomia bretone, ricco di scampi, ostriche, gamberetti e altri frutti di mare. E dove mangiare le ostriche se non a Cancale?
Io non le amo particolarmente, ma per gli amanti del genere, qui non si può non assaggiarle!
E poi c’è Saint Malo, la città corsara! E quante altre cose…ma la Normandia mi attendeva con il magico sito di Mont-Saint-Michel, le spiagge dello sbarco dove ho visitato il cimitero americano: una distesa di croci bianche su un enorme prato verde a testimoniare un grandissimo pezzo di storia.
E poi ho continuato verso le imponenti falesie di Étretat, che si trovano proprio nel centro dell’omonima cittadina e, prima di rientrare passando da Parigi e dalla Borgogna, non potevo certo farmi sfuggire il rigoglioso giardino di Monet, un tripudio di fiori e colori e una casa museo davvero interessante!
Talmente sono innamorata di questi luoghi, che ho deciso di tornarci ad Agosto, ma non da sola!
Partiamo insieme dal 06 al 15 Agosto per condividere in gruppo la bellezza di questi luoghi mozzafiato! Perché, come disse Christopher McCandless “Happiness is real only when shared” e allora…condividiamo la felicità!